Alla fine, l’attesa ha pagato. Agli Oscar 2024 il film Oppenheimer di Christopher Nolan ha rubato la scena a tutti, trionfando in ben sette categorie sulle tredici disponibili alla novantaseiesima edizione degli Academy Award. Il film campione d’incassi del 2023 ha fatto incetta di premi e riconoscimenti raccontando un lato oscuro della storia americana.
L’Italia, a malincuore, è rimasta all’asciutto. Prosegue il record negativo a dieci anni di distanza dalla vittoria de La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.
Oppenheimer agli Oscar 2024 era una vittoria annunciata
Negli ultimi giorni il tam tam mediatico intorno a Oppenheimer è stato un continuo crescendo. Il film di Christopher Nolan ha sbaragliato la concorrenza, portando a casa ben sette statuine sulle tredici a cui era stato nominato. Alla fine, il realismo a cui è tanto attaccato il regista statunitense ha pagato fino in fondo.
Nolan, infatti, cerca sempre di ridurre al minimo gli effetti speciali per creare dei girati quanto più vicini possibile alla realtà. Fu così per la trilogia di Batman ed è stato così anche per la sua opera magna. Persino l’esplosione della bomba atomica è stata capace di suscitare delle polemiche. Dalla maggior parte degli spettatori, l’apice del climax è stato quasi deludente. Proprio per questo, è risultata ancor più nitida e congrua con la realtà dei fatti.
L’attenzione ai dettagli, il rispetto dei tempi di attesa tra la detonazione e il suono dello scoppio, l’immensa luce che ha abbagliato gli scienziati durante l’esplosione di Gadjet. Sono tutti piccoli dettagli, ma che hanno permesso a Christopher Nolan di portare a casa un gran numero di riconoscimenti.
La pellicola ha ottenuto dalla Academy Award i seguenti riconoscimenti: miglior film (premiati i quattro produttori), miglior regia (a Christopher Nolan), miglior attore protagonista (a Cillian Murphy) e non protagonista (a Robert Downey Jr, al suo primo Oscar). A questi si aggiungono i riconoscimenti per la migliore fotografia, miglior montaggio e miglior colonna sonora, per un totale sette premi.
Gli altri riconoscimenti: “Povere creature!” si ferma a quattro statuette agli Oscar 2024
Un altro grande protagonista della serata, oscurato dall’abbagliante luce di Oppenheimer, è “Povere Creature!”. Il film di Yorgos Lanthimos ha ottenuto ben tre riconoscimenti tecnici: quelli come miglior Make Up, migliori costumi e miglior scenografia. A brillare ancor di più, però, è la statuetta consegnata a Emma Stone, al suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista. Dopo lo straripante successo di La La Land (2017) arriva la seconda consacrazione da parte dell’Academy.
Per la corsa al miglior film straniero, agli Oscar 2024 a trionfare è “La zona d’interesse”, pellicola britannica di Jonathan Glazer che racconta “la vita perfetta” del direttore di Auschwitz. Ad essersi guadagnata la statuetta non è solo la grande fattura del film, ma è il modo perfetto in cui la banalità del male viene messa al centro della scena.
La pellicola, inoltre, porta a casa anche un altro riconoscimento, quello per i migliori effetti sonori.
Rimane quindi a secco di riconoscimenti “Io capitano” di Matteo Garrone. Il film sulle storie di emigrazione dall’Africa all’Italia si è dovuto arrendere al capolavoro britannico nonostante i numerosi riconoscimenti incassati a Venezia.
Non abbiamo ancora menzionato Da’VineJoy Randolph. L’attrice statunitense di “The Holdovers” ha interpretato il ruolo di Mary, la cuoca di una scuola nel New England che ha perso il figlio in Vietnam. La miglior sceneggiatura originale va a “Anatomia di una caduta”, mentre la sua controparte non originale va ad “American Fiction” di Cord Jefferson.
Il grande assente di questa rassegna, per ora, è “Barbie“. Il film con Margot Robbie ottiene, infatti, sono un riconoscimento: quello come miglior canzone per “What Was I Made For?”. “Godzilla: minus one” riceve il premio per i migliori effetti speciali, “Il ragazzo e l’airone” trionfa nella categoria miglior film d’animazione e il cortometraggio dedicato a John Lennon e Yoko Ono “War is Over! Inspired by the Music of John & Yoko” sbaraglia la concorrenza nella categoria per il miglior corto animato.
Sempre per quanto riguarda il mondo delle pellicole brevi, “The Wonderful Story of Henry Sugar” vince nella categoria miglior cortometraggio live action, mentre “The Last Repair Shop” si accaparra una statuetta per il miglior corto documentaristico.
Infine, il miglior documentario viene assegnato a “20 Days in Mariupol”. Da segnalare, in questo frangente, il discorso del regista Mstyslav Černov:
“Questo è il primo Oscar nella storia dell’Ucraina […] ma potrei essere il primo regista a dire che vorrei non aver mai fatto questo film”.
Lampante il riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina che da due anni riempie le colonne della cronache internazionali.