Due partiti forti, nessuna maggioranza,uno sconfitto: che destino attende il nostro Paese?

elezioni_1 Elezioni politiche 2018: la scelta del popolo

Le Elezioni politiche di questo 2018 saranno ricordate per diversi motivi: tra tanti, la rivincita di partiti definiti  “populisti”, la clamorosa sconfitta del partito che fino ad ora aveva tenuto le redini del Paese e la grande affluenza alle urne.

I vincitori: Movimento 5 Stelle e Lega Nord

Fin dai primi scrutini è apparso evidente che la partita elettorale si sarebbe giocata tra il movimento grillino, guidato ora dal leader Luigi Di Maio, e della parte della “coalizione di centrodestra” capitanata dal leghista Matteo Salvini.

E’ stato un continuo testa a testa : fino alle 12:30 di stamani circa vi è stato un lieve sorpasso del M5S (che a differenza del “diretto avversario” concorre come singolo,non come coalizione) poi lo spoglio ha assegnato sempre più voti al partito capitanato da Salvini, che alla fine tuttavia si è attestato al 17,6%, ma che in coalizione raggiunge il 37%; un risultato che tuttavia ha soddisfatto il leader del Carroccio, che lo definisce “una vittoria storica”, netta al Nord.

Altrettanto soddisfatto, se non di più, il leader pentastellato di Maio, che con un 32,1% trionfa  alla Camera e al Senato, primo partito in Italia, con un risultato schiacciante al Sud, dove ha letteralmente dominato.

Un’Italia politicamente spaccata in due,insomma, ma che in queste elezioni non ha dato la maggioranza a nessuno.

Infatti entrambi i partiti non hanno raggiunto il 51%, quorum necessario per divenire partito di maggioranza. A tale riguardo le opinioni sono state decise e contrastanti.[1]

Se da una parte Di Maio, forte del risultato raggiunto, si sente pronto e, come da lui stesso dichiarato in conferenza stampa “aperto al dialogo con le altre forze politiche”, il leader del Carroccio è pronto altrettanto ad alleanze, ma all’interno della propria coalizione (“ non cambio squadra a partita già iniziata”).

Ora sembra essere tutta una questione di seggi.

Il “grande perdente”: PD e Renzi

elezioni_2 Elezioni politiche 2018: la scelta del popolo

Se per Lega Nord e M5S è stata una vittoria storica, per il Partito Democratico, e in generale per la coalizione di CentroSinistra è stata un’autentica disfatta.

Il 19,2% e il 18,9% rimediato rispettivamente a Camera e Senato non basta: il gruppo “Liberi ed Uguali” di Grasso sembra dato “non pervenuto”.

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Ma il vero ritratto della sconfitta del Partito Democratico è dato sicuramente da Matteo Renzi e dalle sue recenti dimissioni. Battute dall’Ansa, poi smentite, poi confermate dallo stesso durante una conferenza stampa (<< Lascio la guida del Pd”, ma l’addio “dopo l’insediamento del governo: noi resteremo all’opposizione >>) [2]

Elezioni Politiche : Possibili scenari

Due partiti, M5S da una parte, Lega Nord (parte della coalizione di Centro Destra) dall’altra: percentuali alte di preferenze, ma non sufficienti per governare, sia in termini di percentuali di voto che in termini di numero di seggi.

Diverse allora le ipotesi al vaglio:

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1) Alleanza M5S – Lega : MOLTO DIFFICILE, date le differenti posizioni mostrate dai due leader

2) Governo composto dalla coalizione di centrosinistra e da Forza Italia

3) Nuove elezioni : della serie ” il popolo italiano dev’essere più deciso” ( Spagna docet:  tra il 2015 e il 2016, lo stato iberico è rimasto per molti mesi senza governo a causa della difficoltà di trovare un accordo tra le forze politiche al suo interno).

Elezioni Politiche : la visione europea del fenomeno

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Se da una parte l’Italia si prepara a “ripartire” con nuove potenze politiche al comando, che forse il 23 marzo potrebbero trovare un accordo,  l’avanzata di questi gruppi populisti sembra preoccupare molto l’Europa.

L’Italia gioca un ruolo fondamentale nel cantiere aperto delle riforme, da quella dell’Eurozona al nuovo trattato di Dublino: il suo allontanamento porterebbe ad un inesorabile isolamento.

E anche i principali quotidiani stranieri non sembrano andare leggeri sugli esiti di queste elezioni e i possibili scenari che ne derivano: si va dal “un voto che potrebbe scuotere l’Europa” del New York Times, all ‘ “ingovernabilità” del Mundo.

Fino  ad un ironico ““Il Bunga Bunga è tornato?” dell’ Huffington Post.

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E il 23 marzo cosa ci aspetteremo? Uscirà il nuovo Governo del Nostro Paese?

        

 

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