“Sono fuggito dalla tua mano verso la tua mano”.

81yk30KG1lL-301x480 "Divorare il cielo": aspirazione e volontà oltre i propri limiti.Per molti, Speziale non rappresenta altro che un minuscolo puntino disegnato su una cartina provinciale di Brindisi. Due strade, che si intersecano tra di loro, campagna a perdita d’occhio ed ulivi. Non c’è altro in questa piccola frazione del profondo meridione. Ma questo gruppo di casupole è il luogo dove Paolo Giordano ha scelto di dare vita alla propria storia. È dove Bern, Teresa e tutto l’allegro gruppo dei seguaci di Cesare passano le proprie giornate tra una preghiera, il commento di un salmo e la raccolta delle olive. Ed è dove questo romanzo di formazione ed autodistruzione trova il proprio alpha ed omega. Si fugge da Speziale verso Speziale.
“Divorare il cielo” è un romanzo che, letteralmente, si fa vivere, tutto d’un fiato. In ogni pagina, la sensibilità di Paolo Giordano porta a galla un nuovo aspetto dei protagonisti, una nuova sfumatura caratteriale, sino al punto in cui, al termine del libro, ci si chieda quanto, in fondo, si sia riusciti ad imparare di loro. È questo il grande merito dell’autore: in questa sua fatica letteraria, il lettore non impara mai, davvero, a comprendere a tutto tondo i due protagonisti ed il variegato numero di personaggi secondari che li affiancano. Ad ogni apparizione, ognuno ha qualcosa in più da dire, da trasmettere, da dimostrare.

Il profondo realismo psicologico di Paolo Giordano

Questa apparente incompiutezza è in realtà una delle più profonde forme di realismo letterario perpetuato nel panorama italiano degli ultimi anni. Come corpi in carne ed ossa, come anime sofferenti alla costante ricerca della felicità, per tutte e 430 pagine, ed anche oltre, il lettore non riuscirà mai a capire davvero i personaggi di cui si trova a leggere le vicissitudini.
Chi è abituato ad una narrazione di carattere onnisciente si ritroverà di fronte ad una rivoluzione copernicana, mentre chi è abituato ad addentrarsi tra i meandri della psicologia letteraria, troverà Bern una delle sfide più interessanti in cui cimentarsi.
La trama, all’apparenza, è quanto di più semplice e canonico ci si possa aspettare: Teresa è una giovanissima studentessa del liceo che, grazie alle vacanze dalla nonna, scopre un mondo distante anni luce dalla Torino materialista e malinconica a cui è abituata. A Speziale, un paese di poche anime, conosce Bern, Nicola e Tommaso, i tre “figli” di Cesare, un eccentrico contadino che vive di preghiera e dei frutti della propria terra. Assieme alla compagna, infatti, egli costruisce e gestisce la Masseria, vero epicentro di tutta la storia. Quello tra Bern e Teresa nasce come un amore estivo, ma ben presto la potenza di questo sentimento penetrerà l’anima di Teresa al punto tale di rivoluzionarne la vita, diventando il vero e proprio motore di tutta la storia.

In conclusione…

10646556-0009_MGTHUMB-INTERNA-320x213 "Divorare il cielo": aspirazione e volontà oltre i propri limiti.“Divorare il cielo” non è il classico romanzo da spiaggia ed ombrellone: è pura aspirazione, è volontà di “succhiare il midollo della vita”, con il rischio di finirne strozzati. Ogni pagina si mantiene in bilico lungo una trama che dura vent’anni, ogni virgola rappresenta un passo in più verso un’età adulta vissuta ricercando sempre il proprio limite, il proprio massimo, il proprio cielo da divorare.

Fonti immagini:
Corriere

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