Il tempo lascia sempre il suo segno: nel cuore e sulla pelle. E, come dicono molti psicologi, l’unico modo per essere davvero felici è accettare l’età che avanza, amare se stessi e imparare a lasciare andare.
Il timore di invecchiare è uno dei grandi tormenti della nostra società, che sembra cucita su misura per individui giovani , sorridenti e in salute.
L’allungamento della vita, recentemente apparso nella società dei consumi, è uno dei fattori che ha influito a rendere precoce questo così detto stato di “paura della vecchiaia”, già molto prima della terza età.
Come sempre nei fatti della vita non si può generalizzare, ma per sommi capi si può dire che la paura è sempre un effetto che consegue “fatti” “eventi” “emozioni”, in genere imprevisti e che, comunque, ci appaiono devastanti.
L’invecchiare invece, se il termine di vita non si presenta in età “giovane”, non solo è prevedibile, ma è anche un fenomeno naturale e inevitabile e, essendo ampiamente conosciuta e prevedibile, dovrebbe convivere con la vita, non destare paura.
Dorian Gray la paura di invecchiare: la Gerascofobia
Dorian Gray, protagonista del celebre romanzo di Oscar Wilde scese a patti con il proprio divenire: lo specchio gli avrebbe rimandato ciò che era stato in giovinezza, il quadro ciò che diventava invecchiando.
E’ il tempo, con il suo scorrere lento e inesorabile, che diviene fantasma così doloroso da dover essere negato. Dorian Gray rappresenta, l’esempio per eccellenza di un meccanismo di negazione: nega il trascorrere del tempo e della morte in un continuo sforzo di superare ogni limite, biologico e personale.
Il protagonista del celebre romanzo, non potendo considerarsi imperfetto, pregò il proprio ritratto di invecchiare al suo posto. Dorian Gray rappresenta, pertanto, l’emblema dell’ideologia dell’apparire che difficilmente può conciliarsi con l’essere se stessi.
La gerascofobia è definita come la paura persistente, anormale e ingiustificata di invecchiare. Essa è generalmente, classificata tra le fobie specifiche e può essere associata al timore di restare soli, senza risorse e incapaci di provvedere a se stessi.
La vecchiaia è da sempre stata considerata l’età contemplativa per eccellenza, in cui l’attenzione per l’immagine corporea lascia spazio alla riflessione consapevole della saggezza tipica della veneranda età.
Tuttavia non mancano, anche nel mondo letterario, esempi di scarsa accettazione di tale naturale condizione di vita: “Una vecchia che si veste come una giovinetta suscita il riso”, scrive Pirandello nel suo Saggio sull’Umorismo. Egli sottolinea come riflettendovi a fondo si possa cogliere il lato dolente di come dalla risata si passa ad una compassione.
Chi ha paura d’invecchiare?
Quanto mai attuale appare l’immagine della “vecchia signora” di Pirandello in un’epoca che teme la vecchiaia e cerca spesso di negarla ad ogni costo.
C’è chi ricorre a trucchi e sotterfugi pur di rallentare notevolmente lo scorrere del tempo: trattamenti estetici e chirurgici, shopping compulsivo di abiti succinti, trucchi, scarpe con tacchi inverosimili. Corsi body in palestra, dove i fare ginnastica si tramuta in un’alternativa a punti d’incontri.
Lo sappiamo tutti. Il tempo prima o poi busserà alle nostre porte, e non si avranno troppe scelte: abituarsi o continuare a combattere sapendo l’esito finale.
Qualcuno diceva che la vita va vissuta giorno per giorno. Forse aveva ragione. Forse siamo ancora in tempo per ascoltarlo.