Le fasi di crescita: La preadolescenza da 11 a 13 anni circa

Un bel giorno i genitori si ritroveranno alle prese con uno “sconosciuto”, analizziamo meglio questa delicata fase della crescita dei nostri ragazzi per poterla affrontare con serenità e consapevolezza.

Abbiamo già parlato delle fasi di crescita , e dopo aver affrontato :

vorremmo oggi approfondire una delle fasi più delicate per i figli, ma anche per i genitori: la preadolescenza

I segnali

Da un giorno all’altro il vostro bimbo o la vostra piccolina si trasforma, ha sbalzi d’umore, sembra sempre scontento/a, si chiude in camera, cerca i suoi spazi o, al contrario, vi soffoca di richieste?
Vi sembra spaesato,confuso e questo crea qualche dubbio anche a voi?
Benvenuti nella preadolescenza!

Significato del termine e caratteristiche

Per meglio comprendere le caratteristiche questo periodo partiamo dalla definizione del termine:

preadolescenza

/pre·a·do·le·scèn·za/
sostantivo femminile
  1. Nel linguaggio psicologico e pedagogico, la fase che precede lo sviluppo puberale (compresa fra i 10 e i 14 anni), caratterizzata da un rapido accrescimento somatico e da un incremento delle pulsioni sessuali.
È un periodo di transizione, che varia a seconda dei ritmi personali, in cui avvengono graduali mutamenti fisici, mentali e psicologici. Si scoprono  emozioni e pulsioni nuove e si attribuisce progressivamente un significato diverso ai rapporti con gli altri ( famiglia, scuola e amici) . I ragazzi avvertono questi mutamenti con senso di smarrimento, si sentono come sospesi, incerti, tra l’infanzia e l’età adulta.Sono attratti e spaventati al tempo stesso dalla prospettiva di “diventare grandi”.
I preadolescenti si interrogano ogni giorno su chi sono, sui cambiamenti fisici e psicologici che avvertono in sé senza riuscire ad avere, per lungo tempo, un’immagine chiara e stabile di se stessi e della propria identità.

 

I cambiamenti fisici

La preadolescenza è strettamente collegata alla pubertà, di conseguenza ad un cambiamento fisico importante.

La pubertà copre generalmente un periodo di cinque o sei anni ed è caratterizzata da:

  • mutamenti del sistema ormonale ed endocrino
  • improvvisa accelerazione dell’accrescimento scheletrico
  • cambiamento nella distribuzione del grasso e del tessuto muscolare
  • sviluppo del sistema circolatorio e respiratorio  (con conseguente aumento di forza e resistenza)
  • sviluppo degli organi riproduttivi.

La comunicazione

Nel periodo della preadolescenza spesso questo senso di disorientamento viene espresso tramite la rabbia e la negazione a priori che diventano in molti casi  i canali di comunicazione privilegiati .
Il confronto acceso, l’essere contro, può essere un modo utile al ragazzo per distaccarsi dai genitori in modo forte e cominciare a svilupparsi come individuo. La spinta verso l’autonomia si manifesta come opposizione a priori e il litigo diventa un modo normale di comunicare.
La capacità di modulare le emozioni col pensiero non è ancora ben acquisita. L’espressione e la comunicazione sono ancora molto fisiche, i preadolescenti tendono ad utilizzare ancora il corpo come nelle fasi dell’ infanzia ma iniziano a percepire che anche il loro fisico è in fase di cambiamento e non riuscendo ancora a comunicare come adulti avvertono un forte senso di frustrazione e di inadeguatezza.

I ruolo del genitore

Il genitore di un preadolescente ha il difficile compito di non cedere alla tentazione di rispondere con rabbia, aggressività o intransigenza. In questa fase, ancor più che nelle precedenti il suo compito deve essere quello di  guidare e accompagnare il ragazzo o la ragazza verso la maturità.

Il preadolescente ha ancora bisogno di vicinanza, affetto,sostegno,coccole anche se non lo ammette in modo esplicito perché avverte  un forte stimolo verso l’indipendenza e l’ individualità. E’ come se oscillasse tra  due personalità.

Trovare questo equilibrio è molto difficile e spesso sono i genitori stessi a commettere errori, ma conoscere le motivazioni alla base degli atteggiamenti scostanti e talvolta dolorosi che contraddistinguono i nostri figli in questa delicata fase può essere un utile supporto ed una buona base di partenza.

L’adulto ha l’arduo compito di assecondare e comprendere questi due opposti ( il bambino ed il futuro adulto) per riuscire ad alternare momenti in cui lasciar sfogare e accogliere a momenti in cui dare dei limiti.

 

Fonti:

Lucamazzotta

Corriere

“I mutanti.Come cambia un figlio preadolescente” di Alberto Pellai

 

 

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