Coronavirus: un pericolo invisibile, ma in grado di mettere in ginocchio città, stravolgere vite ed abitudini, limitando la vita sociale ma che al tempo stesso sta facendo emergere la grande forza di un Paese, come l’ Italia, in grado di unirsi per contrastare le difficoltà.

La moda non si ferma contro il Coronavirus. Certo, si tratta una sfida che vede coinvolti tutti, in prima linea medici e infermieri, ma dietro c’è lo sforzo del governo, dei cittadini comuni, ma anche delle industrie, che seppur messe a dura prova da un “blocco obbligato“, ma che nel loro piccolo cercano di dare il loro supporto a contrastare l’emergenza: tra queste vi sono anche le case di moda.

Un settore cardine del nostro Paese, ma anche uno dei primi insieme al turismo a risentire degli effetti della chiusura obbligata al fine di contenere il contagio: prima le sfilate “a porte chiuse”, in seguito cancellate, poi la chiusura di negozi ed atelier, e in ultimo la chiusura totale, insieme ad altre “attività non essenziali”.

Un settore “non essenziale” ma che molte case di moda hanno deciso di rendere essenziale, attuando una vera e propria rivoluzione nella produzione.

5121541_0825_mascherina La moda contro il Coronavirus
Fonte: Repubblica

Come si sente o si legge quasi ogni giorno sui principali mezzi d’informazioni (quotidiani e TG) l’urgenza primaria riguarda quei mezzi atti alla protezione del personale sanitario (mascherine, camici, guanti, calze e occhiali a uso sanitario) nonché respiratori polmonari e gel disinfettati, divenuti praticamente introvabili nei supermercati e nelle farmacie.

Una carenza legata alla scarsità di industrie specializzate nella produzione di questi dispositivi ma soprattutto alla burocrazia, che rallenta il processo di esportazione da altri paesi, in primis la Cina.

Da qui il desiderio e l’intenzione da parte di molte case di moda di riconvertire la loro produzione, trasformando i macchinari in modo da produrre mascherine, ma anche camici monouso.

 

In primis Giorgio Armani, che oltre a stanziare soldi in favore di diversi ospedali, tra i quali anche quello della sua Piacenza, dal 26 marzo ha convertito totalmente la produzione per la realizzazione di camici monouso destinati alla protezione di medici ed infermieri.

A breve, la scelta dello stilista è stata seguita ed adottata da altri grandi brand.

Tra queste Gucci, che oltre a lanciare campagne di crowfunding sia livello nazionale che globale, si è impegnata a produrre sia camici monouso che mascherine chirurgiche, Prada, così come Geox, Diadora, Calzedonia ( quest’ultima oltre a formare le cucitrici al nuovo tipo di produzione, s’impegnata nell’acquisto di macchinari speciali per la creazione di una linea semi-automatica.

Un gesto, quello delle case di moda italiane, divenuto esempio anche per quelle europee e anche oltre oceano.

Negli Stati Uniti a “dare il via” è stata Ralph Lauren, che ha convertito tutta la sua produzione in camici monouso per gli operatori sanitari, oltre a donazioni per le fette della società maggiormente in difficoltà, mentre in Francia , LMHV (colosso produttore di profumi di marche prestigiose come Christian Dior, Guerlain e Givenchy) ha convertito le fabbriche di produzione dei profumi per la realizzazione di gel disinfettanti utili al personale medico-sanitario e alla popolazione.

Piccoli laboratori, grande solidarietà: l’esempio del Politecnico

Non solo le grandi case di moda, ma negli ultimi giorni anche i piccoli laboratori si stanno dando da fare per contribuire al meglio all’emergenza: lo dimostra il Politecnico di Milano, con il progetto Polimask.

Un team di giovani stilisti la cui missione è quella di identificare i materiali idonei alla realizzazione di mascherine chirurgiche usa e getta.

A questo si aggiunge il supporto dello stesso Politecnico alla Regione Lombardia per la realizzazione non solo di mascherine chirurgiche, ma anche maschere FFP2 e FFP3, camici monouso

Piccoli, grandi gesti di solidarietà, che riflettono sì una grande capacità di adattamento alle difficoltà, ma anche e soprattutto una grande umanità.

Umanità, che al momento può essere una grande “arma” per resistere questa minaccia, dal quale si uscirà più forti e coesi che mai.

SITOGRAFIA

IoDonna

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