Il Death cleaning è il nuovo modo per fare decluttering: cosa devi sapere?

Il death cleaning è il nuovo modo per fare decluttering in modo semplice e veloce. Ci siamo accorte che le nostre soffitte e cantine sono piene di roba e che ogni volta che cerchiamo qualcosa ci impieghiamo settimane per riuscire a trovarla? Ecco, è arrivato il modo di dire addio in maniera definitiva a tutto ciò che non ci serve più, senza avere alcun rimpianto.

Quando ci troviamo avanti ad una situazioni di enorme caos nelle zone che, in realtà, dovrebbero servire solo a conservare i nostri ricordi, scatta un vero e proprio campanello d’allarme nella nostra testa. Il problema è che il più delle volte non abbiamo la benchè minima idea di come fare a liberarci di tutto quello che ci circonda.

Passiamo parte del nostro tempo, ogni anno, a pulire e ripulire quelle stanze, rendendoci conto, alla fine, che non siamo riuscite a buttare proprio niente, sentendoci legati a cose che, in realtà, non usiamo da tempo.

Esiste una parola svedese per fare decluttering in modo serio e senza alcun rimpianto, dostadning, un termine ibrido tra le parole “morte” e “pulizia”. Proprio per questo nasce il death cleaning, per fare pulizia della casa prima di morire, piuttosto che lasciarlo in eredità a chi ci sarà dopo di noi.

Sembra una sitauzione scabrosa ed un modo davvero strano per pulire cantine e soffitte. In realtà, il libro “The Gentle art of swedish Death Cleaning” è stato una vera illuminazione per chi desiderava ripartire da zero. Questa guida, in realtà, si rivolge alle persone tra gli 80 anni ed i 100 e descrive questa pratica come estremamente liberatoria, in grado di far godere la casa e gli spazi in maniera davvero serena.

Noi, però, l’abbiamo applicata a tutte le età, poichè ci siamo resi conto che troppe volte ci si ritrova con troppe cose in casa.

Come fare death cleaning per tenere casa in ordine?

L’autore del libro, Magnusson, afferma che la gente dovrebbe iniziare a pensare a ripulire la propria casa dagli eccessi nel momento in cui l’età inizia a far pensare alla propria morte. Marie Kondo, afferma, nel suo metodo, l’idea di liberarsi di tutto ciò a cui non si è più legati, sbarazzandosene. Magnusson, invece, parla di raccogliere tutti i beni più preziosi per donarli alla famiglia, iniziando da subito, magari a cena, o come regalo quando si va a trovare amici o parenti.

Il metodo, poi, si sofferma sui ricordi materiali preziosi, come le fotografie, che dovrebbero essere conservate in una scatola da lasciare in un  luogo sicuro e decidere se donarla subito o lasciarla in eredità ai propri figli che decideranno in seguito come utilizzarla.

Il death cleaning diventa, quindi, una soluzione ideale per discutere su argomenti molto delicati, come cosa fare di alcuni oggetti  dopo la morte di un caro, questione sensibile da affrontare in quel momento.

Pulire cantine e svuotare soffitte insieme, invece, diventa un dolce modo di cooperare e comunicare durante il processo di invecchiamento dei propri famigliari, aiutandoli a prendere cura dei loro spazi e organizzandoli, per rendere la loro vita più semplice.