Maurizio Cattelan e l’arte potrebbe sembra un discorso banale e incompleto, in realtà si tratta di un rapporto molto profondo e viscerale. Cattelan ha un suo modo di vedere l’arte, forse provocatorio e da molti non compreso ma di sicuro unico
Maurizio Cattelan, nasce a Padova nel 1960 e vive fra Milano e New York. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna, negli anni ottanta comincia la sua carriera a Forlì avvicinandosi all’arte concettuale e frequentando alcuni artisti del luogo.
Nel 1986 , tra contrasto e emulazione nel confronti di Lucio Fontana, crea una tela segnata da tre squarci, formando la “Z” di Zorro, che diventerà l’indovinato marchio che apporrà alle sue opere.
Fin da subito le sue opere manifestano il piacere nel combinare la scultura di tipo figurativo con performance, includendo spesso azioni provocatorie di rottura che di fatto diventano il suo personalissimo stile: Un noto critico d’arte contemporanea lo definì così:”
Uno dei più grandi artisti post-dadaisti e post-duchampiani e un furbacchione”.
Il debutto espositivo di Maurizio Cattelan avviene nel 1991, presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna: presenta «Stadium 1991», composto da un lunghissimo tavolo da calcetto, con undici giocatori senegalesi e altrettanti scelti tra le riserve del Cesena.
Il pubblico apprezza da subito il suo modo di interagire e il mercato dell’arte si accorge di lui, grazie anche a performance e Happening di natura goliardica: una su tutte, a Milano, Cattelan attacca al muro con lo scotch il suo gallerista Massimo De Carlo.
Maurizio Cattelan e l’arte: le Biennali e le provocazioni
Anche alla Biennale di Venezia del ’93, Cattelan è riuscito a sconvolgere la laguna mettendo in scena “Lavorare è un brutto mestiere”, con l’obiettivo di vendere a un’agenzia di pubblicità il suo spazio espositivo.
La sua voglia di stupire è in continua evoluzione , arriva ad organizzare ai Caraibi la “Sesta Biennale” , dove l’opera in se consisteva in due settimane di villeggiatura gratis per gli artisti invitati e nessuna opera esposta, potete immaginare la reazione delle delegazioni di critici accorsi per l’evento.
Maurizio Cattelan e l’arte: La nona ora
Forse la sua opera più nota e criticata è «La Nona Ora», scultura realizzata nel 1999 in lattice, cera, tessuto, con scarpe in cuoio e pastorale in argento che raffigura Papa Giovanni Paolo II schiacciato a terra da un grosso meteorite e circondato da vetri infranti.
Come si poteva immaginare, molte sono state le polemiche relativamente a “La nona ora” , che però viene esposta al pubblico alla Royal Academy di Londra ed a Varsavia, prima di essere venduta da Christie’s nel 2001 per la cifra record di 886 mila dollari.
Sulla 20esima strada, a New York apre una vetrina minimale, la “Wrong Gallery”, dove di volta in volta viene esposto un artista, l’idea piace molto ai Newyorkesi e contribuisce a far salire le quotazioni delle sue opere, generando non pochi malumori nel mondo dell’arte.
Da diversi anni collabora con Paola Manfrin alla realizzazione di “Permanent food”, una rivista d’arte contemporanea.
Nel 2019 fa scalpore mondiale l’esposizione dell’opera “Comedian” rappresentata da una semplice banana (vera) incollata alla parete con del nastro adesivo.
Si tratta dell’ennesima provocazione, è ovvio, ma la cosa che ha lasciato sbalorditi è il fatto che tale opera sia stata aggiudicata ad un compratore alla folle cifra di 120.000 dollari!
Ovviamente abbiamo citato solo alcune delle sue performance e opere, perché altrimenti non basterebbero pagine intere.
Alla base della sua arte esiste l’incapacità di vedere il suo lavoro in dialogo con il pubblico dentro alle gallerie o in altri spazi espositivi.
Il pubblico che gli interessa è quello che cammina nelle piazze.
Il concetto è semplice per l’artista Padovano: così come Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto, allo stesso modo l’arte, per avere un significato al di là del delirio di onnipotenza del singolo artista, ambisce a relazionarsi con la realtà e a essere universale, quindi inutile aspettare nel museo o nella galleria che qualcuno entri a guardarla.
Cattelan è stato in grado di miscelare abilità, motivazione e attitudine. Tenendo presente che l’abilità è cosa sei capace di fare, la motivazione determina cosa fai, l’attitudine quanto bene lo fai.
Una curiosità
Nel giorno in cui la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento gli ha conferito la Laurea Honoris Causa ha preparato una installazione nell’atrio dell’ateneo.
L’installazione consisteva in un asino imbalsamato dal titolo “Un asino tra i dottori”.