Edvard Munch era paranoico e soffriva di attacchi di panico, artista famoso per un’unica opera “ l’urlo”.
Il pittore norvegese Edvard Munch, nato a Ådalsbruk nel 1863, è famoso solo per il suo capolavoro, L’Urlo.
Cosa rende così affascinante questo dipinto? Il senso di opprimente angoscia che l’artista riesce a comunicare allo spettatore, attraverso il grido di aiuto di un animo tormentato.
Edvard Munch: il pittore del dolore
Quando aveva solo cinque anni, sua madre morì di tubercolosi, malattia che si portò via anche la sorella piccola , nel 1877.
Questo fu il profondo senso di angoscia che accompagnò l’artista per tutta la vita.
La sua attività artistica era permeata di personaggi quasi “abbozzati”, poco delineati, che esprimono un forte senso di inquietudine.
Il suo genere pittorico non trovava riferimenti artistici e venne definito, dai suoi contemporanei “realismo psicologico”, un termine coniato proprio per cercare di definire la sua arte, così lontana dalle raffigurazioni armoniche dei suoi contemporanei.
Munch non esternò mai i suoi sentimenti con le parole o lo scritto; l’unica manifestazione del suo sentire fu l’arte, lui stesso definí i suoi dipinti “i miei diari”.
Edvard Munch e l’arte
Munch , come molti altri artisti ,crebbe in ristrettezze economiche.
Nel 1892 arrivò la sua prima mostra personale a Berlino, ma dopo appena una settimana fu chiusa dalle autorità, perché le sue opere furono ritenute impresentabili e i suoi soggetti vennero giudicati troppo imprecisi e approssimativi.
Proprio la non definizione ’dei volti e dei contorni è proprio ciò che oggi rende il suo stile così caratteristico, con quei ritratti sfuggenti che somigliano a fantasmi.
Dopo la sua mostra il mondo dell’arte della città si divise in due fazioni generando la scissione berlinese.
Molti artisti contestarono la decisione della autorità e si schierarono in difesa dell’artista.
Si aprì un dibattito che in breve tempo accrebbe notevolmente la notorietà di Munch: lo stesso artista dichiarò in seguito che la scelta di “censurare” le sue opere fu una delle cose migliori che potesse capitarli.
Nel secondo piano della sua abitazione, in cui non faceva entrare mai nessuno, dopo la sua morte, vennero trovate molte opere inedite, tra dipinti, disegni, fotografie, diari e altro materiale appartenuto all’artista a conferma del suo voler creare in primis per se stesso, il racconto della sua vita.
Una curiosità su Edvard Munch
Durante il regime nazista, alcune sue opere, insieme a quelle di altri artisti, come Van Gogh, Matisse e Picasso, vennero considerate “degenerate”: ossia contrarie ai valori o all’estetica naziste. Venne organizzata una vera e propria mostra con l’esposizione di queste opere al fine di denigrarle. Ad oggi quella mostra, seppure nata per scherno, è ritenuta una delle più complete esposizioni di arte moderna.