30 aprile 1986: l’Italia si collega per la prima volta ad Internet.
2021: la pandemia da Covid-19, che ha rivoluzionato la vita quotidiana con la DAD o lo smartworking, ha portato irrimediabilmente allo sviluppo di una nuova dipendenza, la dipendenza da Internet, nota anche con l’acronimo I.A.D. (Internet Addiction Disorder).
Dipendenza da Internet: è possibile riconoscerla?
Non c’è dubbio che la prima fase della pandemia, con il conseguente lockdown che ha “congelato” quasi ogni contatto sociale come si è abituati a concepirlo, ha spinto sempre più persone a ricorrere alla Rete, e soprattutto ai social come unico mezzo per mantenere i contatti, soprattutto negli adolescenti, che hanno fatto di Facebook, Instagram, Twitter, la loro finestra sul mondo, il loro “diario” dove raccontare pensieri ed emozioni di una vita reclusi in casa.
Un desiderio, quello di raccontarsi attraverso la Rete, che per alcuni a lungo andare diventa quasi un’ossessione, al punto che il tempo trascorso in rete non è mai abbastanza per loro e si sente la necessità di connettersi sempre più spesso.
Tempo, che viene talvolta “rubato” ad altre attività, che spesso non richiedono l’utilizzo di Interne e per le quali si tende a ridurre l’interesse.
Un’ossessione che col tempo può portare a dimenticarsi completamente per il mondo esterno, abbandonare la scuola o il lavoro nonché le relazioni interpersonali, come nel caso dei cosiddetti “Hikikomori“.
Un altro segno evidente di una possibile dipendenza da Internet è l’incapacità di interrompere o tenere sotto controllo l’utilizzo di Internet, non curandosi dei potenziali danni a livello fisico e psicologico che questo può comportare (difficoltà del sonno, problemi familiari e coniugali, problemi lavorativi).
In questo caso una brusca interruzione dell’uso della Rete può portare in primis a gravi alterazioni dell’umore, oltre che una sensazione soggettiva di disagio ed insicurezza, che può influenzare anche i rapporti sociali “reali”.
Reali, perchè un’altra conseguenza devastante della dipendenza da Internet è una lenta ma progressiva tendenza a sostituire il mondo reale con quello virtuale, un proprio mondo personale nel quale ci si tende sempre più a rifugiare perchè non ci si sente più a proprio agio nel mondo in cui si vive normalmente.
Quali sono le forme più comuni di “abuso di tecnologia”?
La “dipendenza da Internet” non è un fenomeno limitato ai social network, ma è una dipendenza che ha diverse forme tante quanto sono le sfaccettature di quel vasto universo che è la Rete.
Cyber-sexual addiction
Dipendenza da tutto quello che ruota intorno al sesso virtuale, dalle chat ai contenuti pornografici, che assume i contorni di una vera e propria dipendenza come quella da alcol.
Il cybersexual addicted può sviluppare un vero e proprio pensiero ossessivo, con impulsi e immagini riguardanti il sesso online vissuti come intrusivi e persistenti, e la cui assenza può provocare una forte sofferenza.
Cyber-relational addiction
Forma di dipendenza da Internet che coinvolge la sfera degli incontri virtuali, sia all’interno di Chat Room, che attraverso servizi e piattaforme di Instant Messaging o Social Network; incontri, che possono comportare una perdita di interesse per le relazioni amicali e/o sentimentali offline (nel mondo esterno)
Shopping addiction
Zalando, Shein, Zara, MyTeresa, sono solo alcuni dei principali siti di shopping online, che possono provocare dipendenza, complice una serie di fattori quali la possibilità di reperire su internet oggetti rari e inusuali, il non contatto diretto con commesse ed intermediari e l’utilizzo delle carte di credito o di metodi di pagamento alternativi come Paypal
Dipendenza da Internet: è possibile uscirne?
Come per altre forme di dipendenza, anche da quella da Internet è possibile uscirne attraverso raccomandazioni per un utilizzo appropriato di Internet e l’adozione di idonei programmi di prevenzione, sia per i giovani che per i genitori.
Un esempio recente di contrasto alla dipendenza da Internet è quello della Cina, la quale per arginare tale fenomeno tra i giovanissimi ha introdotto una legge che limita l’utilizzo della Rete ai più piccoli, nella misura di tre giorni a settimana per un’ora, dalle 20 alle 21. Esempio seguito anche da altri Paesi, come la Corea del Sud, il cui governo ha istituito comunità terapeutiche per videodipendenti ed ha organizzato consultori per gli adolescenti al fine di aiutarli a disintossicarsi da Internet, al fine di favorire la socializzazione in modo diretto.