Diamante Hope? No, Grazie.
Il diamante Hope, detto anche Blu di Francia per il suo intenso e particolare colore, ha un peso di 45,52 carati.
La storia vuole che porti con se una maledizione: Legate a questo diamante ci sono almeno 20 decessi avvenuti per le più svariate cause (malattie, omicidi, suicidi) e la rovina economica di coloro che sono riusciti a sopravvivere al potere negativo della gemma.
La maledizione parte da molto lontano. Alla statua Rama-Sitra se ne attribuisce la “colpa”, lanciata sulla pietra quando un mercante francese, tale Jean-Baptiste Tavernier decise di disincastonarla da un suo occhio.
La ricchezza che il diamante portò al mercante fu sperperata dal figlio e quando tentò nuovamente di fare fortuna tornando alla ricerca di altre gemme, morì durante il viaggio verso l’India.
Una volta diventato di proprietà della famiglia reale francese, il diamante portò gravi problemi di salute e non solo ai sovrani. Il re di Francia Luigi XIV, lo fece tagliare a forma di cuore, riducendone le dimensioni dagli originari 112 a 67,5 carati.
Dopo la rivoluzione francese il diamante fu trasferito in terra britannica, dove assunse le sue attuali sembianze e prese il nome da Henry Thomas Hope, che nel 1830 dopo averlo pagato una fortuna vide sgretolarsi il suo matrimonio.
Volendosene liberare lo vendette al principe russo Kanitowskij, assassinato dai rivoluzionari russi e a sua volta assassino della donna a cui lo donò. Il successivo proprietario, il mercante greco Simon Matharides, morì per un incidente ancor prima di toccarlo con mano. Il Sultano Abdul Hamid dopo una anno dal suo acquisto venne deposto ed impazzì.
Nel 1910 il gioielliere francese Pierre Cartier acquistò la pietra dal successore del sultano e la vendette a Edward Beale McLean, proprietario del Washington Post, che la donò alla moglie dando origine ad una serie illimitata di disgrazie .
L’ultimo proprietario privato che abbia avuto tra le mani il diamante Hope è stato il gioielliere statunitense Harry Winston, che nel 1958 donò la pietra allo Smithsonian Institute di Washington, dove è custodita, esposta al pubblico in una teca
Dopo aver letto questo breve articolo vorrei sapere, parafrasando una celebre frase di Marylin Monroe, se davvero i diamanti sono i migliori amici delle donne. Non è un caso che il regista di Titanic abbia preso spunto da questo diamante per il suo celebre film.