CONTRO LA DROGA

Al giorno d’oggi passeggi per la strada, o vai al parco a farti due passi, o che ne so, ti fai una bevutina con gli amici che non vedi da un po’ e immancabile arriva quel pungente e melenso odore d’erba che sembra firmare come una stilografica i pomeriggi di tanti adolescenti, disoccupati, studenti, tossici, artistoidi e chi più ne ha più ne metta.

“Ma come? Proprio tu, un tipo così stravagante, contro il sistema, sensibile, ti schieri contro la ganja, la maria, non mi dire che sei un proibizionista?”
Riecheggia questa voce nella mia coscienza.

È sicuramente un tema molto delicato e sicuramente molto ampio dato che è uno dei primi argomenti che l’indagine filosofico-sociale ha stanato una volta aperti gli occhi sul contemporaneo.
Ci terrei a precisare che questa rubrica si intitola “Fai da te”, cioè sii te stesso, usa la tua testa, ragiona col tuo cuore: è questo l’input del primo articolo divulgativo.

Detto questo, perchè dovrei schierarmi? Perchè il mio essere vegetariano, anticapitalista e contro il consumismo dovrebbe farmi stare dalla parte dell’erba? Che vuole dire schierarsi con i sert, con gli spdc e csm con cui prima o poi avranno a che fare i ragazzini che aromatizzano le vie del centro.

Lo ripeto: è un argomento quasi arrogante per come si pone alle nostre menti, nella nostra
contemporaneità e per quello che rappresenta. Per questo, non ho intenzione di liquidarlo in un articolo con una semplice presa di posizione, ma porterò avanti la mia etica di “osservatore”, premettendo però, che per poterlo fare, devo essere libero di vedere e venire intossicato dal mercato degli stupefacenti, vi posso assicurare, non è il miglior modo per essere obbiettivi, imparziali, liberi e coscienti.

Fatelo. Se vi va di fare qualcosa che ritenete pacifico, sentitevi liberi di farlo, ma non pensate poi di non diventare parte del problema, rotella di un ingranaggio malsano, materialista e paranoide.
Questo quello che a mio avviso, dopo anni di esperienza, rappresentano le sostanze leggere oggi: un mero clichè adolescenziale fortunatamente nemmeno troppo capito per la sua tragicità.

La psiconautica mi appassionò sin da ragazzino, ma Hunter Tompson alla fine si sparò un colpo di rivoltella in bocca e l’after del rave per molti è la comunità di recupero tossicodipendenti.
In ciò sta tutta la tragicità della droga: nelle famiglie sfasciate, nelle periferie degradate, in quel perbenismo dei salotti che ancora ne fanno un uso smodato e si proclamano i paladini dell’underground.

Dalla canna alla siringa il passo è sempre più breve e ce lo insegnano i molteplici esempi di vite spezzate che possiamo vedere ai margini della nostra società.

È quindi con un’etica fondamentalmente anti-consumista che mi affaccio a questo nuovo millennio domandandomi: cosa rimarrà di questa generazione di rapper o trap-boys che fumano gli spinelli a cavalcioni sulla macchina della polizia nei video?

Cosa rimarrà dell’erba terapeutica dove per ricrearti devi essere un invalido praticamente?

Quanto l’arte ne giovi davvero di questo “fuel” carburante psicotropo e quanto invece non siano tutti accenni da ricovero, idee tanto strampalate e allucinate quanto chi le partorisce?

Io personalmente non ho mai votato Pannella e nemmeno ho mai creduto nelle leggi svuotacarceri.
Ho toccato con mano angosce ben più palpabili di un delirio allucinatorio, stati d’ansia e di panico ben distanti dal quieto benessere e questo perchè siamo la generazione dello street-parade, questo perchè ancora pensiamo che non sia più solo un’utopia la depenalizzazione, ma bensì una possibilità.

Tutt’altro: la droga leggera, pesante, forte, meno forte, nuova o vecchia che sia ha solo distrutto delle vite e si è portata via tante luci sotto forma di ragazzi che oggi ancora brancolano nel buio.

Non viviamo più negli anni ’70 e oggi, nel 2018, tutta quella puzza d’erba che si sente ad ogni ritrovo giovanile, è solo l’anticamera di problemi ben più grandi e più duri da risolvere, perchè il lavoro non c’è e la casa nemmeno, perchè un sogno costa una vita e tutto ciò che di sensazionale ci aspettiamo è già stato fatto.

La droga rovina la vita, la percezione, distorce il presente, il passato e annienta il futuro.

Dobbiamo ancora sentire il contraccolpo: la disillusione della generazione post-rave dei primi anni del 2000, che non ha mai trovato quello che cercava e non troverà mai la luce per uscire dal tunnel.

Amoruso Antonio Soul-Tuned

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