Le elezioni si avvicinano, e Salvini, il leader della Lega, non smette di far parlare di sé. Sebbene in modo negativo.
Perché, questa volta, persino molti suoi sostenitori non hanno neanche provato a difenderlo a manetta come spesso fanno le 14enni con i loro idoli.
C’è da dire che, quando si sbaglia, bisogna chiedere scusa, e chissà se, per una volta, l’ex ministro non decida di fare un passo indietro e cercare davvero di farsi perdonare dalla comunità italiana e, soprattutto, tunisina.
Ma vediamo per bene la vicenda, senza perderci nelle ipotesi.
Erano le 18 circa in un quartiere di Bologna, quando Salvini decide di citofonare a un condominio chiedendo a un ragazzo se fosse vero che spaccia
Il video si apre con la bella vista del condominio, ormai riconoscibile da chiunque della zona, con una signora che spiega al foodblogger a dieta (visto che ormai ha indetto lo sciopero della fame) il nome della famiglia e le loro azioni.
Il ministro chiede se fossero regolari. Ovviamente, dovevamo aspettarcela. La signora risponde che sono regolari, e lui ne chiede ancora una volta la conferma.
E a questo punto arriviamo al citofono. Ci viene anche detto il piano in cui abita la povera famiglia vittima della gogna mediatica della “bestia”, come più volte viene chiamato su Twitter da chi non lo sostiene.
Risponde il figlio, Yassine, un ragazzino, uno studente di 17 anni, quindi clamorosamente minorenne, normalissimo, ma che, a causa delle azioni di propaganda del leader della Lega, non potrà più avere un’adolescenza normale.
Lui non capisce, non sa di essere ripreso, registrato, non viene avvisato di ciò. Intanto il “capitano” sghignazza. Ride quando il ragazzo, ovviamente, gli chiude il citofono in faccia e non acconsente a farlo salire in casa.
Ride anche la signora, che sulla base di supposizioni ha contribuito a mettere in cattiva luce il nome della famiglia tunisina. Forse razzismo, forse ignoranza, forse solo cattiveria.
Nella ripresa, si sentono anche dissensi e urla verso Salvini, forse con la speranza che si tiri indietro, con la speranza che capisca che lui non può andare a citofonare a casa delle persone, pretendere di entrare in casa loro e, soprattutto, accusarli di spacciare solo perché lo dice un’anziana signora.
Il giovane Yassine si definisce incredulo, sconvolto, dalle accuse di Salvini
Perché lui non ha mai spacciato, non ha mai avuto precedenti, non è indagato per nulla. E’ un giovane 17enne che fra 4/5 mesi diventerà prima maggiorenne, e poi papà.
E, in più, afferma anche di essere italiano, perché ha una papà tunisino ma anche una mamma italiana. Certo, non che questo abbia rilievo su chi è, o su chi sarà.
Il fratello maggiore di Yassine aveva avuto a che fare con la droga, ma poi si è riabilitato e ormai ha una famiglia e un lavoro, anche lui vive una comune vita.
Insomma, quelle di Salvini e della cara signora leghista, che tra l’altro ha affermato di essere stata contattata e non di aver contattato il leader della Lega, erano solo supposizioni, divenute poi, diffamazioni.
Anche il deputato Sami Ben Abdelaali, parlando a nome del Parlamento tunisino, si esprime sulla vicenda
“In Tunisia quest’azione vergognosa di Salvini ha scatenato una grande protesta unita a manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia tunisina e del minore citati per nome dall’ex (per fortuna) ministro dell’Interno”
Sami Ben Abdelaali
Moez Sinaoui, ambasciatore tunisino a Roma, invece, dichiara che il comportamento di Salvini è stato vergognoso e danneggia la reputazione degli immigrati tunisini in Italia.
E infine, il Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali (FTDES) ha dichiarato in un comunicato stampa:
“Questo leader xenofobo e populista sfrutta il malcontento e la crisi socio-economica in Italia, ancora una volta, per montare la rabbia contro gli immigrati, e in particolare i tunisini.”
FTDES
Insomma, questa volta il caro Salvini non se la vede molto bene, soprattutto considerando che già nel 2018 aveva affermato in televisione che la Tunisia “invia criminali in Italia”.
Questa vicenda, quasi quasi, ti fa davvero rimpiangere i momenti in cui, a suonare al citofono, erano i testimoni di Geova e non Salvini
E d’altronde, a loro Salvini è stato paragonato da Fedez.
Altri invece fanno notare che, “i prossimi potremmo essere noi. Perché gay, perché lesbica, perché ebreo, perché nero“.
Perché nessuno è al sicuro dalla continua gogna mediatica a cui Salvini sottopone i suoi oppositori, e non! Perché anche la signora leghista che ha denunciato al suo capitano la vicenda, di cui si vede il volto chiaramente, adesso avrà anche una denuncia.
Speriamo solo che Salvini riprenda a fare i video su Tik Tok e rinunci a suonare al citofono delle persone.
Fonti: bologna.repubblica, liberoquotidiano, kapitalis