Storia del ritratto, che insieme a paesaggio e natura morta, è uno dei generi protagonisti dell’arte di tutti i tempi.
Proprio per questo, oggi, vogliamo soffermarci sulla storia del ritratto, partendo dalla sua definizione, fino ad arrivare ai grandi ritrattisti.
Storia del ritratto: di cosa si tratta?
Per definizione, il ritratto è la rappresentazione di uno o più soggetti. Un tema che ovviamente si è sviluppato intorno a queste genere, è anche l’autoritratto, in cui l’autore stesso si rappresenta e dona al mondo la visione di sé stesso.
Il motivo per il quale molti artisti non hanno mai praticato questo genere, che può essere realizzato in pittura, scultura, fotografia, disegno, è perché in qualche modo, dovendosi attenere inevitabilmente all’osservazione del vero, sentivano limitata la loro creatività.
Storia del ritratto: i primi esemplari.
I primi esempi di ritratto, anche se con tratti molto stilizzati, arrivano dagli egiziani durante il regno di Amenophi IV, ma l’inizio della ritrattistica come la conosciamo oggi, avvenne nella Grecia del VI secolo a.C.
La sua diffusione in tutto il mondo, è dovuta alla necessità dei potenti durante lo storia, di lasciare ai posteri la propria immagine come simbolo della loro grandezza.
Quando parliamo di “Ritratti”, nonostante la caratteristica principale inevitabilmente sia legata al ritrovare nell’immagine o nella scultura la fisionomia del soggetto principale, un ritratto non deve ,comunque, essere considerato una semplice riproduzione della realtà: l’opera creata è sempre condizionata dalla sensibilità e dal gusto dell’artista, che metterà maggiormente in evidenza dettagli legati alla sua percezione del soggetto.
Prima dell’invenzione della fotografia, i protagonisti che andavo riprodotti si ponevano di fronte al ritrattista e dovevano rendersi disponibili per impegnative e lunghe sessioni di posa, e questo comportava un inevitabile scambio di opinioni tra il personaggio e il pittore o lo scultore. Per questo motivo, il ritratto non è la riproduzione fedele della realtà, bensì ciò che l’artista vede nel soggetto che sta posando.
Ritratti famosi di persone sconosciute: la Gioconda.
Furono molti gli artisti del passato che oltre a dipingere ritratti di sovrani, regine e re, aristocratici, condottieri e personaggi famosi, rappresentarono anche i membri della propria famiglia e dei propri amici.
Nel corso della storia dell’arte alcuni ritratti sono diventati delle vere e proprie icone, come la Gioconda di Leonardo, il doppio ritratto dei Duchi di Montefeltro di Piero della Francesca, i ritratti di Carlo V di Tiziano, fino alla misteriosa ragazza con turbante e orecchino di Jan Vermeer.
Non possiamo non ricordare gli autoritratti di Van Gogh e Frida Kahlo o di Antonio Ligabue. La lista è pressoché infinita, ci siamo limitati a citare solo i più noti della storia del ritratto.
Ritratto di personaggi sacri
Ci sono casi in cui il ritratto è diventato un mezzo per cercare di rendere visibile ed in certi casi venerabile, l’immagine di soggetti di cui in realtà non si sono conosciuti i tratti fisionomici reali e di cui addirittura è in discussione l’esistenza: un esempio su tutti sono le raffigurazioni dei santi, le figure mitologiche, i filosofi, poeti, letterati del passato.
Con lo sviluppo delle Avanguardie e dell’Arte astratta le opere diventarono progressivamente anti-naturalistiche portando gli artisti ad interpretare l’identità del loro modello facendo ricorso più alle caratteristiche del carattere del personaggio che a quelle fisiche . Non era infatti possibile riprodurre realisticamente le fattezze del viso e del corpo con lo stile cubista o espressionista.
Ad ogni modo, il ritratto, complice il desiderio dell’uomo che da sempre ha voluto lasciare traccia della propria immagine ha permesso a molte persone e agli artisti che le hanno rappresentate di entrare nella storia diventando praticamente immortali. La storia del ritratto fa parte dell’umanità ed è simbolo di grandezza di personaggi importanti.