L’attrice statunitense Jane Fonda si unisce ad altre sue colleghe e attiviste per sostenere i lavoratori nel settore della ristorazione. In Particolare per contrastare il fenomeno denominato “MASKual Harrassment” ovvero molestie MASKual.
La pandemia di Covid-19 ha portato ad un grave aumento di molestie sessuali e violenza domestica; a questo già amaro scenario si deve purtroppo aggiungere un nuovo tipo di molestia di cui sono vittime le donne che lavorano nella ristorazione.
Un’indagine pubblicata da One Fair Wage e Time’s Up ha rilevato un aumento dei casi di molestie sessuali nel settore della ristorazione a partire da inizio pandemia.
Molestie MASKual: l’indagine di One Fair Wage
One Fair Wage è un’organizzazione non governativa fondata nel 2013 dedicata a porre fine ai salari sub-minimi. L’organizzazione ha tenuto una conferenza online durante la quale la fondatrice Saru Jayaraman ha discusso proprio di questo nuovo tipo di molestie, definendole molestie MASKual.
Il rapporto è stato chiamato “Togliti la mascherina così so quanto darti di mancia”, perché è proprio questa la frase che i camerieri e i ristoratori si sentono dire mentre rischiano la loro salute per servire il pubblico.
Jayaraman ha ricevuto il sostegno delle attrici Jane Fonda e Alyssa Milano. Insieme stanno spronando i legislatori a proporre politiche che proteggano meglio questi lavoratori. Il salario minimo garantito infatti non li costringerebbe a fare affidamento sulle mance per arrivare a fine mese.
“Come donne leader e membri di Time’s Up, siamo oltraggiate dalle molestie MASKual. Chiediamo un’azione immediata per approvare un salario equo”, dice Jane Fonda, che da anni si occupa di disparità salariale e molestie sessuali.
Saru Jayaraman sottolinea come l’adozione di una legislazione sul salario equo avrebbe un impatto decisivo sui casi di molestie sessuali riportati tra le cameriere. I dati ottenuti dall’indagine di One Fair Wage dimostrano questa affermazione. I sette stati che garantiscono un salario minimo completo “affrontano la metà dei casi di molestie sessuali rispetto agli stati che continuano ad attenersi al salario sub-minimo di soli 2,13 dollari l’ora “, dice Jayaraman.
Il tema del salario sub-minimo nel campo della ristorazione non è affatto di recente interesse. Tutti noi abbiamo visto il film “Le iene” di Quentin Tarantino, un kolossal che inizia proprio con una discussione in un ristorante riguardo la mancia da dare alla cameriera. Mentre tutti aggiungono un dollaro al conto, mr. Pink si rifiuta dando quindi inizio ad uno dei dialoghi più famosi del cinema che, con torni scherzosi quanto decisi, sottolinea proprio l’importanza delle mance come principale mezzo di sostentamento di camerieri e cameriere.
Molestie MASKual: le conseguenze della pandemia
Ome ben sappiamo, la pandemia ha aggravato i problemi di instabilità economica. Negli Stati Uniti, il 60% degli impiegati nella ristorazione non ha potuto accedere ai sussidi di disoccupazione stanziati per il Covid-19, perché il loro stipendio era troppo basso. La maggioranza degli intervistati ha riferito un calo del 50-75% delle mance rispetto ai guadagni pre-pandemia. Il 60% dei lavoratori ha affermato di aver trovato difficoltà nel far attuare le nuove regole imposte, quindi mascherina e distanziamento, ai clienti che non le rispettavano, per paura che questo potesse influire sulle mance.
È evidente come alla base di tutto ci sia l’urgente bisogno di un salario minimo equo. Così come dichiara l’attrice Alyssa Milano durante la conferenza di One Fair Wage. “Non bisogna fare errori su questo: pagare chi lavora nella ristorazione meno del salario minimo è un modo per controllare le donne.”
“Alla fine la pandemia terminerà” continua Milano, “ma se non garantiamo l’equità finanziaria, le molestie sessuali continueranno a lungo”.
One Fair Wage da marzo ha raccolto 23 milioni di dollari per aiutare chi lavora nei ristoranti. L’organizzazione ha anche avviato il progetto High Road Kitchens, che fornisce sovvenzioni in denaro ai ristoranti che si impegnano a passare a One Fair Wage. Anche chef rinomati come Russell Jackson, Dominique Crenn e José Andrés sostengono l’organizzazione assicurando che i loro dipendenti ricevano almeno un salario minimo, indipendentemente dalla legislazione statale.