The Boys si è rivelata la serie evento del nuovo decennio. Quella che ci ha tenuti incollati agli schermi per ogni singolo minuto di proiezione. Quella che aspettiamo spasmodicamente ogni venerdì notte, alle due, per evitare spoiler. La serie che, più di ogni altra, è stata capace di interpretare in maniera convincente la nostra realtà pur essendo ambientata in un mondo parallelo.
In questo universo così simile e così lontano la Vought, multinazionale della farmacologia, ha ideato negli anni della seconda guerra mondiale, un composto in grado di rendere normali esseri umani super eroi. Con questo incipit di trama tremendamente simile a Capitan America parte The Boys, un serie comic disallineata dal canone a cui Marvel e DC ci hanno abituati.
La sottile linea rossa di The Boys: non c’è differenza tra buoni e cattivi
I buoni non sono completamente buoni, così come i cattivi non lo sono fino in fondo. Il principale pregio in seno a The Boys è proprio quello di riuscire a danzare sul sottile confine tra ciò che è giusto e ciò che è lecito. In questo mondo due formazioni si scontrano perennemente tra loro, con il solo intento di distruggere la propria controparte. Da un lato abbiamo i Sette, la formazione dei super più potenti del pianeta, capitanati da Homelander, Patriota in lingua italiana.
Antony Starr è la vera rivelazione di questa serie tv. L’attore è riuscito a rendere giustizia a un personaggio tanto complesso quanto imprevedibile, capace di salvare la città con il solo fine di farsi adulare e di condannare a morte decine di persone pur di mascherare un fallimento. Il supereroe più potente di tutti si rivela, in realtà, tremendamente umano.
Dall’altro lato dello schieramento, il capitano dei ragazzi, The Boys appunto, è William Butcher, un ex agente governativo per cui il fine giustifica sempre i mezzi. Il suo scopo è quello di far sparire Homelander dalla faccia del pianeta, poiché reo di aver violentato ed ucciso la moglie di Butcher, Rebecca. Proprio questa tragica perdita accomuna i due frontman del gruppo. La controparte di Butcher, infatti, è Hugie Campbell, un normalissimo rivenditore di elettrodomestici che ha visto la propria ragazza sfracellata davanti ai suoi occhi per colpa di A-Train, uno dei Sette e uomo più veloce del mondo.
La narrazione è il vero punto di forza di The Boys: gli umani sono protagonisti in una serie tv sui super
Il modus narrativo della contrapposizione, buono e cattivo, innocente e colpevole, puro e demoniaco, è la vera chiave di forza della trama di The Boys, che gioca e sfrutta queste opposizioni in quasi tutte le sue sottotrame. Va evidenziato, però, che nessuno resta davvero fedele a sé stesso. Con il passare delle stagioni la sottile linea rossa che delimita Butcher e Hugie sarà sempre più tenue e i due inizieranno a ragionare allo stesso modo in maniera pericolosa.
Anche Homelander subirà la stessa sorte, mostrando la propria umanità attraverso un disturbo dissociativo della personalità, un male che diventa anche uno stimolo per il supereroe. Le debolezze dell’animo e la costante necessità di attenzioni e approvazione vengono sottomesse da una controparte che spinge l’eroe a fare sempre la cosa sbagliata con il sorriso stampato in faccia.
Abbiamo parlato dei tre protagonisti di questa serie tv, ma non sono solo loro a tenere alta l’attenzione dello spettatore. Attorno a loro si muove un’enorme rete di personaggi pronti a contraddire sé stessi pur di raggiungere l’obiettivo. E’ il caso di Starlight, protagonista femminile della serie e infiltrata all’interno dei Sette per i The Boys. Una ragazza acqua e sapone, dall’incrollabile fede cristiana e con una storia che ricorda in tutto e per tutto quella di Britney Spears. Una volta resasi conto di ciò che si cela dietro la magnificente aura dei Sette, non si fa problemi a tradire gli ideali che la hanno contraddistinta pur di fare la cosa giusta.
MotherMilk, Franchie e Kimiko completano lo schieramento dei The Boys. Personaggi disaddattati, ognuno con il proprio disagio personale e il proprio intimo demone da sconfiggere. Seguendo esattamente lo schema che abbiamo già visto.
Ciò che veramente premia The Boys e che garantisce a questa serie un posto nell’Olimpo della serializzazione comic è proprio l’estrema umanità dei personaggi, capaci di atti di straordinario coraggio e con difetti indelebilmente umani. E’ una storia di uomini e, decontestualizzandola, The Boys parla un po’ a tutti noi. Tra una scena splatter, sangue a non finire, combattimenti iper realistici e relazioni intricate, The Boys è la prima serie di supereroi che parla di umani. Chapeau.